venerdì 29 dicembre 2006

...3...2...1 ... e poi?

Attenzione. Non voglio scrivere "paternali"; nemmeno rovinare la festa a qualcuno. Anzi, semplicemente descrivere quanto sono contento di sapere che in tantissimi si divertiranno: se poi però aggiungo che sarebbe bene cercare che questo divertimento non fosse fine a se stesso, sicuramente qualcuno mi darà del "vecchio", di quello che cerca di rovinare la festa... No. Semplicemente vorrei che poi tutto questo divertimento si trasformasse dal giorno dopo in un migliore rapporto con gli altri, in un maggior rispetto nei confronti del prossimo: nel capire che alla fine non paga il cercare di essere più "furbi" (in tutti i sensi) degli altri. Vorrei che ciascuno di noi pensasse a far star bene la persona che si trova difronte, accanto. Insomma: non è poi un lavoro così faticoso, no?! Dico una persona. Quella che in quel momento ci stà vicino. La garanzia di non "rimetterci" nulla si concretizza nel sapere che questo desiderio espresso poche righe più sù, vale per tutti: per te ma anche per me.
Poi c'è chi tira fuori il solito discorso: "ah! come odio il divertimento forzato": se è divertimento lo hai scelto tu; se è divertimento tu hai scelto di fare una cosa che ti rilassa e ti fà star bene: che vuol dire forzato? Credo sia un termine da non usare: solo per rispetto a chi la "forza" l'ha subìta anche ad esempio agli inizi del secolo scorso. "Probabilmente" avre preferito quest'altro tipo di "forzature": o no?
SB

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